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City Nature Challenge 2023 - Pubblicati i Risultati Finali

City Nature Challenge 2023 - Pubblicati i Risultati Finali - CESAB

 

  

Pubblicati i risultati finali della CNC 2023

28 aprile - 1 maggio 

 

Risultati mondiali

 

Risultati Italia

 

  

 

  Il germano reale conquista il primato mondiale della specie più fotografata nella City Nature Challenge 2023

(guarda la galleria delle immagini)

 

L’anatra selvatica più amata e diffusa a livello mondiale, il germano reale (Anas platyrynchos), conquista il primato come specie più fotografata dai cittadini scienziati, nei giorni dedicati alla City Nature Challenge 2023, registrando 5000 osservazioni. L’edizione 2023 della più grande iniziativa di citizen science ha coinvolto 486 città di 46 Paesi a livello mondiale, con la partecipazione di più di 66.930 persone che hanno raccolto 1.870.763 osservazioni e documentato più di 57.727 specie. 

Il germano reale lo si può incontrare passeggiando nelle vicinanze di specchi d’acqua, ricerca il cibo, - spiega Alessandra Flore - responsabile del dipartimento di Scienze naturali del Cesab, immergendosi in acqua con le parti anteriori del corpo, fino a porsi in posizione verticale, con la sola coda che spunta dall’acqua. Si osservano spesso gli esemplari maschi e femmina insieme, ben distinguibili, per le differenze marcate del colore del piumaggio. Infatti, il maschio ha testa e collo di un bel verde scuro – ma brillante – e un sottile collare bianco che sottolinea il contrasto con il nero del petto. Anche la coda è scura, con sfumature grigie e qualche tratto bianco. Il resto del corpo è grigio brillante, con riflessi argentati e altri più scuri. La femmina, al contrario, è in prevalenza bruna, con una varietà di sfumature dal beige al marrone. Questa anatra è considerata minacciata ma non è sottoposta a particolari vincoli di protezione, è comunque sensibile alla riduzione degli habitat e alle variazioni del livello delle acque nel periodo riproduttivo.”

La sfida amichevole di raccolta dati della biodiversità urbana si è svolta anche nel nostro Paese, in 18 città, di cui 17, connesse nella rete del “Cluster Biodiversità Italia”, a cui hanno partecipato più di 2.700 persone, realizzando più di 53.000 osservazioni, documentando 4.950 specie di flora e fauna selvatica terrestre e marina. Nelle città aderenti al cluster centinaia di cittadini scienziati hanno registrato più di 25.400 osservazioni, documentando più di 3.000 specie. 

Le città del cluster hanno raggiunto un risultato eccellente anche in questa edizione, grazie all’impegno dei cittadini scienziati - spiega Antonio Riontino, biologo ambientale e coordinatore della challenge in Italia - e soprattutto grazie al supporto degli enti che organizzano ogni anno le attività a livello locale, coadiuvati dal supporto dei gruppi di Wwf Italia, Wwf Young, Aigae, Afni. Attività come escursioni in natura, birdwatching, snorkeling e così via che hanno permesso di raccogliere dati utili agli esperti naturalisti e scienziati per comprendere lo stato di conservazione della biodiversità."

“Una menzione speciale va riconosciuta alla città di Milazzo e al suo ente, il MuMa – Museo del Mare, che per il terzo anno ha raggiunto il più alto numero di osservazioni (17.362), di specie identificate (2.110), con centinaia di partecipanti, classificandosi terza città in Europa” – aggiunge Flore.

Tutti i partecipanti riceveranno l’attestato di “Cittadino scienziato” e saranno conferiti i premi ai cittadini che si sono distinti o che hanno contribuito maggiormente a questo progetto di scienza partecipata.

In Italia, la specie più documentata, è stata la Coccinella comune (Coccinella septempunctata), insetto portafortuna per eccellenza. “La coccinella comune – spiega Flore – è un grande alleato dei contadini, nella lotta ai parassiti in agricoltura, infatti si nutre di afidi e cocciniglie. È diffuso, infatti l’utilizzo delle coccinelle nella lotta biologica, per ridurre l’uso di pesticidi e fitofarmaci.  La loro presenza oltre a regolare le popolazioni di insetti nocivi, rappresenta una fonte di cibo per numerosi predatori, come uccelli, ragni e anfibi, svolgendo così un ruolo fondamentale nella catena alimentare.” 

Tra le specie maggiormente osservate in ambiente terrestre, troviamo anche la Viperina piantaginea (Echium plantagineum), e la lucertola campestre (Podarcis siculus). “La viperina piantaginea – continua Flore – una pianta nota per le sue proprietà mediche e curative, veniva utilizzata dagli antichi, per curare il morso dei serpenti. Questa pianta erbacea è presente in quasi tutto il territorio italiano, in particolare al centro-sud, cresce su terreni incolti aridi e sabbiosi, in ambienti ruderali e lungo le strade. La lucertola campestre, è tra le lucertole più comuni della penisola italiana, però è spesso catturata, cacciata e uccisa, nonostante sia una specie protetta in molte regioni italiane”. 

In ambiente marino tra le specie di flora e fauna più fotografate la Castagnola mediterranea (Chromis chromis). “La Castagnola mediterranea –  aggiunge Riontino – è una specie sedentaria, la si può osservare vicino al fondo, alla ricerca di piccole prede del plancton. All’inizio dell’estate la femmina depone le uova fissandole ad una roccia, poi abbandona il nido e le uova vengono custodite dal maschio.”

Nell’Area marina protetta di Punta Campanella è stata fotografato il corallo rosso (Corallium rubrum) presente nella lista rossa dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature), come specie in pericolo. “Il corallo rosso – commenta Riontino – è un cnidario tipico di ambienti rocciosi, le cui colonie crescono molto lentamente (circa 1 mm di diametro all’anno). Questa specie marina è minacciata dalla pesca eccessiva ed illegale legata all’eccessivo sfruttamento commerciale, dovuto al suo elevato valore economico, ed anche dal cambiamento climatico.” 

Nelle Riserve naturali regionali orientate del litorale tarantino orientale è stato fotografato il Cervone (Elaphe quatuorlineata). “Il cervone è il più grande serpente italiano - prosegue Riontino - che può superare i 2,5 metri di lunghezza, considerato pericoloso e per questo cacciato e ucciso, nonostante abbia un’indole particolarmente tranquilla, e non è velenoso. Questa specie vive in ambienti tipici della macchia mediterranea, ben distribuita in Italia, anche se la sua popolazione è in declino a causa dell’intensificazione dell’agricoltura e dei disboscamenti.”

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